Confagricoltura, fauna selvatica, dopo i cinghiali anche i lupi: “Tutelare i produttori”
Causano danni ingenti alle aziende agricole, ma sono anche un rischio per l’incolumità delle persone, visto che la loro diffusione incontrollata è all’origine anche di incidenti stradali. La presenza sempre più massiccia di animali selvatici pone la necessità di un programma condiviso ed efficace, anche perché sono sempre più frequenti le segnalazioni di lupi a ridosso di aziende agricole, non solo nelle aree collinare e montane, ma pure in pianura. Su tali considerazioni, si è tenuto nei giorni scorsi un incontro urgente tecnico-politico che ha visto i rappresentanti di Confagricoltura di Forlì-Cesena e di Rimini rapportarsi con il referente per le problematiche venatorie ed ambientali della Confederazione agricola regionale. Durante l’approfondita discussione, unanime è stato il responso: richiedere un confronto con l’Assessorato all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, che possa condurre a risposte concrete per la salvaguardia di agricoltura e sicurezza pubblica.
“Bisogna attivare misure ed interventi adeguati – puntualizza Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – volti sia al contenimento della fauna selvatica per le specie particolarmente pericolose per l’attività dell’uomo, sia al ristoro economico Non è immaginabile continuare ad affrontare l’emergenza fauna selvatica, oggi con anche i lupi, per come si è percepita sin d’ora con i cinghiali. Cinghiali che sono, lo ricordiamo, portatori della Peste suina africana e come tali possono trasmettere l’infezione ai suini, la cui filiera in Emilia-Romagna vanta numeri considerevoli in termini di fatturato e di occupazione. Servono sensibilità e attenzioni maggiori, che tutelino l’incolumità pubblica di tutti e il lavoro degli agricoltori nel produrre il cibo e le eccellenze che arrivano sulle tavole dei consumatori”.
Confagricoltura si appella dunque alle Istituzioni affinché venga tutelato il lavoro dei produttori. “Lavoro che, in questo periodo particolarmente gravoso di emergenze congiunturali e debolezze strutturali – ricorda il presidente – è fondamentale tutelare sotto ogni aspetto. Gli agricoltori subiscono, a causa della fauna selvatica, oltre agli evidenti danni diretti (relativi, in particolare, al bestiame ucciso), anche pesanti perdite economiche indirette, per le quali non è prevista, attualmente, alcuna forma di indennizzo degna di nota”.