Cei Emilia-Romagna, mancata approvazione del Pnrr per la sicurezza dei luoghi di culto
La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna esprime preoccupazione per la mancata approvazione nel Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dei progetti presentati dalle Diocesi della Romagna per la messa in sicurezza dei luoghi di culto. L’iter per la presentazione delle domande, da parte delle Diocesi, era stato avviato lo scorso febbraio con l’invio, entro i tempi previsti, dei progetti riguardanti edifici di culto che necessitano di interventi urgenti, il cui inserimento all’interno del programma di finanziamento sarebbe avvenuto alla luce delle valutazioni effettuate dalle Soprintendenze territorialmente competenti. Numerosi progetti presentati dalle Diocesi che vertono sulle province emiliane sono stati accolti, mentre non è stato accolto nessun progetto delle Diocesi sul territorio romagnolo.
In merito alla vicenda sono già apparse notizie sulla stampa e lunedì scorso, a margine di un incontro a Bologna, i Vescovi delle Diocesi romagnole hanno avuto un colloquio con il Presidente della Ceer, Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e recentemente nominato Presidente della Cei, al fine di analizzare la situazione e individuare i passi da compiere. Ha destato stupore fra i Vescovi il mancato finanziamento dei progetti presentati dalle Diocesi romagnole per il recupero e il miglioramento antisismico di luoghi che possiedono un elevato valore religioso, culturale, e che sono rappresentativi per le comunità e i territori di riferimento. Si tratta, inoltre, di edifici che vengono utilizzati per esigenze di culto e non solo, e che sono anche luoghi di accoglienza turistica e di fruibilità del patrimonio artistico. Al momento sono in corso ulteriori verifiche pure presso gli enti competenti (Ministero, Soprintendenza e Regione) allo scopo di valutare la possibilità di accoglienza di alcuni progetti presentati. Si è ora in attesa di una risposta in merito, onde evitare una disparità di trattamento nel territorio regionale e una riduzione delle possibilità di apertura e fruizione di chiese, monumenti e beni artistici.