Export, in provincia le imprese risentono degli effetti negativi della guerra tra Russia e Ucraina
I dati riferiti al primo trimestre dell’anno, nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, registrano un deciso incremento dell’export, sostenuto dalla forte ripresa della domanda estera, diretta conseguenza del rafforzamento del commercio a livello mondiale; aumento che, tuttavia, risulta inferiore, sia alla variazione regionale, sia a quella nazionale. In crescita il valore esportato dei principali prodotti, così come le esportazioni verso i principali Paesi. In tale contesto, la guerra Russia-Ucraina, e le relative sanzioni UE verso quest’ultima, determinano effetti negativi sull’export delle imprese del nostro territorio verso la Russia.
“Continua – commenta Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di commercio della Romagna – il deciso incremento dell’export nel nostro territorio, anche se gli effetti negativi della guerra Russia-Ucrania diminuiscono il trend di crescita. La dinamicità del nostro sistema imprenditoriale e la diversificazione delle attività produttive, oltre al gradimento dei nostri prodotti a livello internazionale, ci consentono comunque di mantenere la capacità competitiva delle nostre produzioni e registrare un aumento dell’export, con valori superiori a quelli pre-pandemia. Degna di nota è la crescita tendenziale dell’export – nelle nostre province, come in regione – dovuta all’aumento delle vendite verso gli Stati Uniti, grazie all’aumento dell’export di mezzi di trasporto e, in particolare di imbarcazioni, e verso il Regno Unito, in ripresa dopo le difficoltà legate all’uscita dalla UE. Naturalmente, non solo gli scambi commerciali, determinano la crescita del valore dell’export, fra i tanti fattori, va segnalata anche l’inflazione, che in Italia a marzo ha segnato un +6,7%, diventato +6,9% a maggio, raggiungendo un livello che non si registrava da marzo 1986, quando fu pari a +7,0%. Per fornire un ulteriore elemento di valutazione e a scopo esclusivamente conoscitivo, abbiamo, quindi, rilevato i dati relativi all’indice nazionale dei prezzi al consumo, NIC, calcolato da Istat basandosi su un paniere di beni e servizi, che misura l’inflazione dell’intero sistema economico Questi dati mostrano una variazione annua per i nostri territori, pari a +5,9%, inferiore di quasi un punto percentuale rispetto al dato nazionale”.
Export delle imprese: aggregato Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Nel primo trimestre 2022 le esportazioni del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono state pari a 1.725 milioni di euro, con un incremento del 13,2% rispetto a gennaio-marzo 2021, inferiore alla variazione regionale (+24,0%) e nazionale (+22,9%). Aumentano in modo deciso le esportazioni dei principali prodotti: +2,1% i macchinari e gli apparecchi meccanici (18,5% del totale), +2,4% i prodotti tessili, dell’abbigliamento e delle calzature (13,7%), +28,7% i prodotti in metallo (12,5%), +21,2% gli apparecchi elettrici (8,1%), +18,3% i mobili (7,2%), +18,7% i prodotti alimentari e le bevande (7,2%),+12,5% i mezzi di trasporto (6,6%), di cui +16,5% le navi e imbarcazioni (5,7%), e +22,4% gli articoli in gomma e materie plastiche (6,2%). Stabili, invece, i prodotti dell’agricoltura (+0,1%, 6,7% del totale).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (13,3% del totale), la Germania (11,5%), gli Stati Uniti (9,6%), la Spagna (5,3%), il Regno Unito (5,2%) e la Polonia (4,5%); è il Regno Unito a registrare la maggiore variazione annua (+36,8%), a cui seguono Stati Uniti (+29,3%), Spagna (+27,9%), Polonia (+15,0%), Germania (+9,1%) e Francia (+8,3%). La guerra tra Ucraina e Russia e le relative sanzioni decise dall’Unione Europea verso quest’ultima (con risvolti da marzo) causano effetti negativi sull’export verso la Russia (-26,3%). In tale contesto, le importazioni dei primi tre mesi dell’anno ammontano a 998 milioni di euro (+45,7% annuo). Positivo, pertanto, il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) registrato nel 1° trimestre 2022, e pari a +727 milioni di euro, in diminuzione del 13,4% rispetto a quello del periodo gennaio-marzo 2021.
In ultimo, solo per specificare che la variazione dell’export può dipendere da molti fattori (tasso di cambio, vantaggio comparato tra Paesi, domanda estera dei nostri prodotti), tra i quali una certa rilevanza può assumere il tasso di inflazione; si ritiene, quindi, utile fornire una rappresentazione grafica del trend annuo, nel medio periodo, del valore delle esportazioni, da un lato, e dell’indice Istat Nic (indice dei prezzi per l’intera collettività), dall’altro, solamente per scopi conoscitivi, senza pretesa alcuna di entrare nelle eventuali dinamiche di correlazione tra le suddette variabili.
Export delle imprese: focus provinciale Forlì-Cesena
Nel 1° trimestre 2022 le esportazioni della provincia di Forlì-Cesena sono state pari a 1.080 milioni di euro, con un incremento del 13,7% rispetto a gennaio-marzo 2021, inferiore alla variazione regionale (+24,0%) e nazionale (+22,9%); tra le province emiliano-romagnole, a parte il calo di Piacenza, Forlì-Cesena si posiziona al penultimo posto per crescita annua dell’export (davanti a Rimini). Aumentano in modo deciso le esportazioni dei principali prodotti: +23,0% i prodotti in metallo (14,4% del totale), +0,5% i macchinari e gli apparecchi meccanici (14,0%), +18,7% i mobili (10,7%), +20,6% gli apparecchi elettrici (8,6%), +15,6% gli articoli sportivi (6,9%), +21,9% gli articoli in gomma e materie plastiche (6,4%), +46,1% i mezzi di trasporto (6,0%), di cui +81,2% le navi e imbarcazioni (5,1%), e +4,4% i prodotti alimentari e le bevande (5,6%). In calo, invece, i prodotti dell’agricoltura (-1,6%, 9,9% del totale) e le calzature (-0,9%, 5,0%).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni risultano, nell’ordine, la Francia (15,8% del totale), la Germania (13,1%), gli Stati Uniti (7,5%), la Spagna (5,7%), la Polonia (4,9%) e il Regno Unito (3,9%); sono gli Stati Uniti a registrare la maggiore variazione annua (+40,7%), a cui seguono Spagna (+38,4%), Polonia (+20,4%), Germania (+12,0%), Francia (+10,1%) e Regno Unito (+7,3%). La guerra tra Ucraina e Russia e le relative sanzioni decise dall’Unione Europea verso quest’ultima (con risvolti da marzo) causano effetti negativi sull’export verso la Russia (-27,8%). In tale contesto, le importazioni dei primi tre mesi dell’anno ammontano a 639 milioni di euro (+42,8% annuo). Positivo, pertanto, il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) registrato nel 1° trimestre 2022, e pari a +441 milioni di euro, in diminuzione del 12,1% rispetto a quello del periodo gennaio-marzo 2021.
In ultimo, solo per specificare che la variazione dell’export può dipendere da molti fattori (tasso di cambio, vantaggio comparato tra Paesi, domanda estera dei nostri prodotti), tra i quali una certa rilevanza può assumere il tasso di inflazione; si ritiene, quindi, utile fornire una rappresentazione grafica del trend annuo, nel medio periodo, del valore delle esportazioni, da un lato, e dell’indice Istat Nic (indice dei prezzi per l’intera collettività), dall’altro, solamente per scopi conoscitivi, senza pretesa alcuna di entrare nelle eventuali dinamiche di correlazione tra le suddette variabili.