Assegno unico, Tullia Bevilacqua (Ugl): “Coi nuovi criteri importi ridotti a molte famiglie”

“Raccogliamo dai nostri patronati e riportiamo le lamentele di chi in questi giorni s’è visto ridurre lo stipendio a casa delle nuove logiche di calcolo della busta paga con l’introduzione dell’assegno unico famigliare. Ovvero: il sostegno economico alle famiglie che viene attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni, in sostituzione e accorpamento delle detrazioni e delle agevolazioni e degli incentivi fiscali. Una misura introdotta dal governo Draghi ed entrata in vigore in queste settimane, andando a cambiare impostazioni ormai consolidate negli anni”: a segnalare il caso è Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

“Con l’assegno unico universale il 30% di chi ottiene le varie agevolazioni fiscali e le detrazioni Irpef ci andrebbe a perdere. Lo ha detto l’Istat che ha elaborato una simulazione sulla platea dei potenziali beneficiari: 11 milioni di nuclei familiari in tutta Italia. E su questa stima lo stesso governo ha introdotto una clausola di salvaguardia che dovrebbe prevedere un’integrazione a favore delle famiglie che usufruivano del vecchio regime. Nel merito, possiamo dire che non si hanno stime precise delle compensazioni e che, comunque, con l’introduzione del meccanismo dell’assegno unico si introduce la possibilità che su un’unica leva il governo possa decidere quale budget stanziare, limitando di fatto lo spettro delle agevolazioni. In aggiunta al fatto che già oggi manca un meccanismo automatico di assegnazione. Insomma, in caso di ristrettezze economiche dello Stato, un modo come un altro per risparmiare sulla pelle delle famiglie”, aggiunge Tullia Bevilacqua.

“Con il nuovo criterio dell’assegno unico, a fronte di una quota di famiglie che ci guadagnerebbe (soprattutto gli incapienti o gli autonomi) almeno il 30% dei nuclei familiari, invece, andrebbe a perderci. Soprattutto: le famiglie con più di quattro figli e Isee basso e i nuclei familiari con figli over 21 a carico dei genitori che fino a ieri usufruivano delle detrazioni fiscali. Nel calcolo dell’assegno si tiene conto del certificato Isee che, notoriamente, non prende in considerazione solo i redditi da lavoro ma anche patrimoni e risparmi, indicatori non rilevati nel precedente sistema di detrazioni. Dunque, a parità di figli, una famiglia riceverà un assegno più basso di un’altra se ha una casa di proprietà o qualche risparmio in banca, con differenze nell’assegno a volte anche significative. Un’iniquità che in una fase storica di crisi, inflazione, rincari e minore potere d’acquisto delle famiglie indebolisce la convivenza sociale, anche nella nostra regione”, aggiunge il segretario di Ugl Emilia-Romagna.

“C’è infine una clausola che a fronte di chi farà domanda dell’assegno unico senza presentare l’ Isee prevede comunque da parte dello Stato la garanzia di un bonus di 50 euro al mese. Un contributo erogato, senza che ve ne sia necessità o giustificazione, anche a chi ha redditi molto alti e grandi patrimoni? Vi sembra giusto?”, conclude segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua, che auspica correttivi in corso d’opera.