Mostra su Maddalena, bloccato l’invio delle opere provenienti dal museo dell’Ermitage
Il divieto di prestito delle opere appartenenti ai Musei della Russia, ovvero il ritiro di quelle già prestate o promesse, giunge ad interessare, anche se in minima parte, la grande mostra sulla “Maddalena. Il mistero e l’immagine” che si appresta ad inaugurare a fine mese. Il blocco imposto dal governo russo, a dispetto dei profondi rapporti d’amicizia e collaborazione tra la Fondazione di Forlì, i Musei san Domenico ed il Museo dell’Ermitage, impedirà infatti l’esposizione di quattro opere di grandi maestri come Canova e Domenichino, ma questo non inciderà comunque sulla coerenza del percorso espositivo e sulla completezza dell’illustrazione della complessità della figura della Maddalena. Pur nell’amarezza dell’interruzione temporanea della collaborazione con l’Ermitage – che si confida la più breve possibile – la direzione artistica della mostra ha voluto cogliere questa dolorosa circostanza per stimolare nel pubblico una riflessione sull’incidenza che il dramma della guerra ha anche sulla tutela e la circolazione dei beni culturali e sulla diffusione della cultura che da questi beni è assicurata.
Le 4 opere che non potranno, almeno per ora, essere esposte sono state sostituite da altrettanti capolavori, Canova compreso. Le opere di San Pietroburgo troveranno comunque spazio nel catalogo con l’indicazione della loro assenza dal percorso espositivo a causa del conflitto in corso in Ucraina e all’interno del percorso espositivo la Maddalena del Canova dell’Ermitage sarà comunque presente attraverso il suo originale in gesso proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, testimonianza al contempo delle profonde relazioni culturali tra Italia e Russia e della fragilità di quel bene culturale che è la memoria artistica condivisa.
Questo il commento di Gianfranco Brunelli: “La decisione scellerata di Putin e del suo regime, non del popolo russo, di dichiarare guerra e invadere un paese libero e indipendente, qual è l’Ucraina, non viola solo il diritto internazionale, mentre sta facendo scorrere – come ha detto papa Francesco – fiumi di sangue e di lacrime, ma rischia di trascinare anche la cultura in un conflitto inutile, chiudendo anche l’ultima porta del dialogo. Occorre evitare questa deriva ulteriormente disumanizzante. La cultura è la radice identitaria di ciascuno di noi, dei nostri paesi, la cultura è la forma della dignità e della civiltà di un popolo; la collaborazione culturale, il dialogo culturale rappresentano il terreno di crescita della libertà e dello sviluppo delle civiltà. Con l’Ermitage di San Pietroburgo collaboriamo come Fondazione e come città di Forlì da anni. Quasi ogni nostra mostra ha visto la loro prestigiosa presenza. Per la mostra dedicata a Canova, l’Ermitage prestò 13 capolavori. Per la mostra sulla Maddalena dovevano arrivare 4 opere (Domenichino, Canova, Lefebvre, Pietro da Cortona). Avevamo restaurato la Maddalena di Canova per questa occasione, che cade nel bicentenario della morte di Canova. Noi sappiamo che l’Ermitage ha subito questa decisione. Comprendiamo il peso che ha anche per loro questa imposizione. Noi siamo amici dell’Ermitage e delle persone che lo animano. Il danno non è tanto per la nostra mostra. In pochi giorni abbiamo già provveduto a sostituire quei capolavori con altri, Canova compreso. La mostra aprirà regolarmente con oltre 200 capolavori. Il danno è più generale e più profondo. Riguarda l’Europa e il mondo intero. Riaprire la porta della cultura significa tenere aperte quelle dello spirito e della dignità umana”.