Coldiretti, fine d’anno bollente: il 2021 si chiude con +0,74 gradi
Il fine d’anno bollente chiude un 2021 anomalo che si classifica in Italia al nono posto tra i più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di ben 0,74 gradi rispetto alla media storica. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi undici mesi dell’anno in occasione dell’arrivo del “Gigante africano”, un anticiclone che porterà il caldo primaverile sulle regioni centrali e meridionali.
“La tendenza al surriscaldamento è ormai strutturale dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli in Italia si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003. Gli effetti si sono già fatti sentire con il divampare degli incendi e una drastica riduzione dei ghiacciai. A preoccupare è anche l’innalzamento dei livelli del mare che secondo lo studio dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) farà crescere il livello del Mediterraneo di 20 centimetri entro il 2050 con punte di 82 centimetri nella zona della laguna di Venezia, con effetti devastanti per la città”.
“Si va a concludere – sottolinea la Coldiretti – un anno del tutto anomalo in Italia a causa di un inverno bollente, il gelo in primavera ed una estate divisa tra caldo africano e violenti temporali che hanno continuato ed colpire città e campagne in autunno. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole”.
“L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.