Con la “Dama dei Gelsomini” riparte la rassegna “Un’opera al mese”
Con lo splendido dipinto “Dama dei Gelsomini” del Museo Civico di San Domenico di Forlì, domenica 17 ottobre 2021, nella attigua Chiesa di San Giacomo, alle ore 18.00 con ingresso gratuito, ritorna la Rassegna “Un’opera al Mese”, ideata da Stefano Benetti e organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Forlì con i Musei Civici in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei Civici di Forlì. Dopo il successo del primo appuntamento dedicato alla Ebe del Canova del gennaio 2020, il neonato ciclo di incontri mensile dedicato a raccontare il patrimonio storico-artistico forlivese si era dovuto interrompere a causa dell’emergenza covid. Ora la rassegna riprende ripartendo dal racconto di una delle opere indubbiamente più belle ed accattivanti delle raccolte civiche forlivesi.
A restituirne un punto di vista inedito e suggestivo sarà la storica dell’arte Alessandra Zamperini dell’Università di Verona che accompagnerà il pubblico in un suggestivo viaggio nello splendore delle corti italiane del Rinascimento. Di fianco a lei, il pubblico potrà ammirare il dipinto, che verrà trasferito per l’occasione dal San Domenico, sua sede espositiva, nella Chiesa di San Giacomo. La Dama dei Gelsomini, oggi attribuita concordemente al pittore fiorentino Lorenzo di Credi, è uno dei ritratti emblematici del rinascimento italiano, sia per la sfuggente identità della dama effigiata, sia per il possibile significato del dipinto.
“È una gioia e un orgoglio poter riprendere da dove ci eravamo lasciati – commenta l’assessore alla cultura del Comune di Forlì Valerio Melandri – i lunghi mesi di emergenza pandemica non ci hanno impedito di progettare e programmare la ripartenza anche dal punto di vista degli appuntamenti della cultura. Per questa innovativa forma di promozione dell’arte forlivese, abbiamo scelto di ricominciare con il dipinto per eccellenza del nostro patrimonio museale. La Dama dei Gelsomini è un’opera di straordinaria fattezza, di forte impatto emotivo e conosciuta al grande pubblico per il suo richiamo alla figura di Caterina Sforza e il confronto con la Gioconda di Leonardo”.
“Da questo punto di vista – spiega la professoressa Zamperini – è innanzitutto il simbolismo dei fiori da cui prende origine il titolo dell’opera a suggerire una lettura che porta al di là della semplice constatazione di trovarsi di fronte a un puro e semplice ritratto femminile destinato solo a trasmettere la fisionomia di una bella fanciulla: fiori e piante, sin dal medioevo, avevano dei significati che la maggior parte degli osservatori non aveva problemi a riconoscere, ma che oggi è necessario recuperare attraverso le fonti scritte e i confronti con altri lavori. In secondo luogo, anche l’abbigliamento si rivela un indizio fondamentale, in quanto ci consente di assegnare l’opera a un determinato contesto geografico e a un preciso ambito temporale. Le fogge degli abiti, infatti, sono un segno di appartenenza e di riconoscimento, che rivelano – ieri come oggi – la ‘nazionalità’ di un individuo e il periodo in cui visse. Nel nostro caso, lo stile pittorico ha fortunatamente consentito di dare un nome preciso all’autore della tavola; ma, di per sé, già le vesti sarebbero state sufficienti per rimandare all’ambiente fiorentino del nono decennio del XV secolo”.
Tanti enigmi, dunque, attorno a questa meravigliosa opera; tanti enigmi che si cercheranno di svelare domenica 17 ottobre. Per info e prenotazioni: tel. 0543.712627; biglietteria.musei@comune.forli.fc.it